La fatigue (termine inglese che significa astenia, stanchezza) è tra i sintomi più frequenti ed invalidanti riferiti dai pazienti affetti da cancro in ogni fase della malattia. Si può presentare alla diagnosi (40% dei pazienti), durante i trattamenti oncologici (80-90% dei pazienti) e proseguire anche nella fase post-trattamento (17%-53% dei pazienti) o libera da malattia.
Piu’ del 70% dei pazienti anziani con cancro riferisce di soffrire di fatigue.
E’ riferita come un soggettivo e persistente senso di stanchezza fisica, emozionale, cognitiva (mancanza di energia) che non è proporzionale alla attività recente ed interferisce con la quotidiane attività di vita, anche con quelle più semplici.
Rispetto alla stanchezza riferita da soggetti sani, la fatica cancro correlata non è alleviata dal riposo o dal sonno.
Sono tante le cause della fatigue: tra queste vi sono problematiche fisiche come l’anemia e le alterazioni della tiroide, tuttavia la depressione può avere un contributo significativo. Per questo lo screening e la diagnosi differenziale sono importanti prima di pensare al trattamento.
Sono stati condotti molti studi sul trattamento farmacologico e non farmacologico della fatigue, ma nessuno ha dato risultati eclatanti.
Al fine di rendere pazienti e loro familiari/caregiver consapevoli del disagio che stanno affrontando, invitiamo a leggere il libretto "LA FATIGUE: CHE COS'E' E COME SI AFFRONTA", messo a punto da AIMAC - Associazione Italiana Malati di Cancro. Il libretto fornisce alcune spiegazioni e suggerisce alcune possibili soluzioni per il controllo della fatigue.
A marzo 2020 sono state pubblicate da ESMO - European Society for Medical Oncology - le LINEE GUIDA ("Cancer-related fatigue: ESMO Clinical Practice Guidelines for diagnosis and treatment") che mettono in evidenza alcuni aspetti particolari:
- il paziente deve SEMPRE segnalare al medico curante la presenza della fatigue, la sua intensità e la interferenza nelle attività di vita quotidiana
- il medico deve valutare regolarmente attraverso uno screening e diagnosticare (quando possibile) le cause della fatigue e considerare se vi sono trattamenti oncologici in corso
- se non vi sono cause organiche sottostanti alla fatigue va considerato l’aspetto emotivo come la paura, la solitudine, l’incertezza per il futuro che sono disagi che portano alla depressione e questa alimenta la fatigue
- tra i trattamenti va sempre consigliato l’esercizio fisico che permette di mantenere il tono muscolare e la massa magra. Si incoraggia 150min/settimana di esercizi aerobici o 3-5 ore settimanali di moderata attività
- tra i farmaci studiati (psicostimolanti, antidepressivi, corticosteroidi) solo brevi cicli di trattamento con il cortisone sono indicati sotto controllo medico
- tra i trattamenti Nutraceutici (Carnitina, Coenzima Q10, Ginseng dell’Wisconsin) ci sono solo deboli evidenze scientifiche a favore del ginseng
- indicati sono gli interventi psicologici e psico-educazionali come la terapia cognitivo-comportamentale, la meditazione che migliorano l’umore, il sonno, riducono lo stress e l’ansia e la paura di recidive
- la fatigue rimane un sintomo da studiare in modo approfondito e questo è possibile solo se il paziente riferisce regolarmente la presenza del sintomo al medico curante
Carla Ida Ripamonti M.D.
Specialista in Oncologia medica e farmacologia clinica
Responsabile SSD Oncologia-Cure di Supporto al paziente
Dipartimento di Oncologia Medica & Ematologia - Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori
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