L’ipertermia è una terapia che associa il calore alla somministrazione di farmaci chemioterapici o immunoterapici per eliminare o ridurre il tumore nei pazienti affetti da neoplasia non muscolo invasiva (superficiale) alla vescica.
L’ Ipertermia clinica è definita come l’uso terapeutico di una temperatura compresa tra i 40° e i 44° C. L’utilizzo di energia termica a queste temperature nei tumori colpisce maggiormente le cellule tumorali a causa della loro incapacità di gestire il calore così come le cellule non tumorali. La Mitomicina C (MMC), è un agente chemioterapico alchilante, ed è stabile a temperature fino a 50° C, ma soprattutto è stato dimostrato essere 1,4 volte più attivo a 43°C. A 43° C la citotossicità aumenta di 10 volte, soprattutto senza aumentare la tossicità per il paziente. A temperature elevate la proteina lipidica del doppio strato della membrana cellulare diventa più permeabile, a causa del dispiegamento (denaturazione) della membrana cellulare e delle proteine citoscheletriche, con conseguente incremento della concentrazione intracellulare dell’agente chemioterapico. La conseguenza di tutte queste azioni sulle cellule tumorali è che esse partecipano attivamente alla sua morte attraverso il naturale processo di apoptosi. Pertanto l’ ipertemia aumenta notevolmente l’ efficacia della chemioterapia, rispetto alle istillazione a temperatura ambiente.
Questa associazione permette tra l’altro di ridurre le dosi di farmaco con un sensibile abbattimento degli effetti collaterali legati alle terapie standard.
Per un risultato terapeutico appropriato nell’ipertermia è necessario valutare tre elementi fondamentali:
- Temperatura
- Durata dell'applicazione
- Sorgente che genera il calore.
Come sorgenti di calore possono essere impiegati micro-onde, radiofrequenze, nanoparticelle, ultrasuoni, laser ecc.
I sistemi di riscaldamento possono essere collocati esternamente o internamente al corpo.
Al momento nel trattamento delle neoplasie vescicali superficiali questa terapia (definita anche “Device-assisted”), per certi versi ancora innovativa, sebbene l’uso sia iniziato negli anni 70/80, viene impiegata abbastanza raramente.
I tre sistemi che attualmente trovano progressivo impiego in Italia sono:
- EMDA® (Electromotive Drug Administration). Un sistema di somministrazione endovescicale di farmaci che si avvale di un’apparecchiatura in grado di far passare una particolare corrente elettrica attraverso la parete vescicale aumentando la permeabilità al farmaco che viene instillato. Il riscaldamento del farmaco avviene direttamente in vescica
- ACTA COMBAT® BRS (COMBined Antineoplastic Thermotherapy Bladder Recirculation System) è un sistema di ricircolo per l’esecuzione della Chemioterapia Ipertermica Intravescicale (HIVEC). E’ il primo sistema, del tutto sicuro per i pazienti, che eroga termoterapia per la fornitura di chemio-ipertermia ad una temperatura di 43°C per un’ora usando una dose di 40 mg di Mitomicina C. Il riscaldamento del farmaco avviene nella macchina prima di essere instillato in vescica.
Maggiori informazioni su
- Synergo® o termo-chemioterapia vescicale. Una apparecchiatura controllata da un computer riscalda una speciale sonda a micro-onde distribuendo il calore in maniera uniforme all’interno della vescica le cui pareti vengono portate ad una temperatura di 42 gradi. La contemporanea somministrazione di farmaci chemioterapici nella vescica permette di far penetrare i farmaci all’ interno della parete con maggior facilità.
Per trovare invece i centri dove vengono impiegati, vai su https://uha.associazionepalinuro.com/
e utilizza i filtri per la ricerca selezionando il sistema di tuo interesse all’interno della voce TERAPIA.
Per chi lo desiderasse approfondire qui di seguito troverete le relazioni tecniche dei tre “Sistemi” fornite direttamente dai produttori.
Mitomicina Intravescicale Con Electromotive Drug Administration (Emda®) - Elettrostimolazione
Mitomicina Intravescicale Con Electromotive Drug Administration (Emda®)
Elettrostimolazione
L’Electromotive Drug Administration (EMDA- Physion®, Medolla, Italia), è una tecnica di somministrazione farmacologica controllata che, mediante l’applicazione di una corrente elettrica pulsata, offre la possibilità di incrementare la penetrazione tissutale di alcuni farmaci per aumentarne l’efficacia.
Uno dei campi di applicazione di questa tecnica è la chemioterapia intravescicale con MMC per il trattamento dei tumori della vescica non-infiltranti la muscolare.
Con l’applicazione dell’EMDA, la somministrazione di farmaci attraverso l’urotelio vescicale è accelerata dall’applicazione di un campo elettrico che attraversa la parete vescicale e stimola lo spostamento direzionale di soluti e ioni.
Una corrente elettrica pulsata (0-30 mA,0-55 V) passa tra due elettrodi connessi ad un generatore a batterie. Gli elettrodi dispersivi sono posizionati su un’area cutanea, detersa ed asciutta, della parete addominale inferiore, offrendo in tal modo un’ampia area di contatto (59,60).
L’elettrodo intravescicale attivo, a forma di spirale, è inserito all’interno del catetere vescicale che assicura
un’uniforme distribuzione della corrente elettrica applicata.
La polarità dell’elettrodo attivo e l’intensità di corrente da utilizzare possono essere stabilite dall’operatore direttamente sul generatore di 46 corrente.
La corretta posizione del catetere in vescica è assicurata dal riempimento del palloncino autostatico, con
3-5 mL d’aria, o soluzione fisiologica, che è delicatamente ancorato sul collo vescicale.
Per la chemioterapia intravescicale con EMDA, il paziente è tenuto in posizione supina su un lettino fino al completamento della procedura.
Il catetere elettrodo, specificamente disegnato per le terapie intravescicali, è inserito in vescica per via transuretrale utilizzando la tecnica sterile standard e un gel lubrificante anestetico.
Dopo aver riempito il palloncino autostatico, la vescica è accuratamente svuotata e si fa un lavaggio vescicale con acqua distillata per rimuovere i soluti urinari che possono interferire con il trattamento.
Si procede quindi all’instillazione in vescica della soluzione che contiene 40 mg di MMC in 100 mL d’acqua bidistillata.
L’elettrodo inserito nel catetere, a cui è assegnata una polarità positiva, e gli elettrodi dispersivi, a cui è assegnata una polarità negativa, sono quindi connessi al generatore di corrente. Il generatore di corrente progressivamente raggiunge il livello di corrente stabilita. La massima intensità di corrente è raggiunta entro 4-5 minuti ed il tempo totale di trattamento è di circa 25 minuti.
Al completamento del trattamento il generatore si spegne automaticamente.
Gli effetti collaterali della somministrazione intravescicale di MMC con EMDA sono per lo più correlati al farmaco instillato. Tuttavia, a causa della corrente elettrica, i pazienti possono riferire formicolio, sensazione di bruciore e talvolta iperattività detrusoriale.
Il catetere elettrodo, a causa del diametro (16 Ch) e della relativa rigidità, può talora provocare un lieve dolore durante l’inserimento in vescica.
La somministrazione intravescicale di MMC/EMDA ha dimostrato di essere di facile applicazione, sicura ed efficace nei pazienti con tumori della vescica non infiltrati la tonaca muscolare.
I vantaggi che la somministrazione intravescicale di MMC/EMDA consente di ottenere sono potenzialmente significativi, e ciò deve essere preso in considerazione nel momento in cui si confrontano le caratteristiche ed i costi della somministrazione intravescicale di MMC/EMDA con la MMC/DP (61).
Mitomicina Intravescicale Con Combat Brs HIVEC (Chemioterapia Ipertermica Intravescicale)
Mitomicina Intravescicale Con Combat Brs HIVEC (Chemioterapia Ipertermica Intravescicale)
https://www.actagroup.eu/combat-brs/
Il sistema Combat Brs utilizza un sistema di ricircolo esterno. L’ innovativo e brevettato scambiatore di calore in alluminio assicura un efficiente trasferimento di calore e un accurato controllo della temperatura di 0,5° rispetto alla temperatura impostata, pur fornendo una distribuzione del farmaco omogenea in tutta la vescica. La sicurezza e il comfort del paziente sono di primaria importanza e il sistema Combat Brs ha una serie di allarmi visivi e sonori compreso la temperatura, i livelli di pressione e un sistema automatico di spegnimento. Al termine del trattamento, il sistema Brs consente inoltre la rimozione della Mitomicina dal paziente, studiata in modo tale da evitare qualunque contatto con il chemioterapico, per uno smaltimento sicuro.
Il sistema presenta tecnologie che lo rendono esclusivo ed infungibile al fine di trattare i pazienti con NMIBC:
• Sistema completamente a circuito chiuso con rimozione sicura del chemioterapico, a fine trattamento, in un’apposita sacca di espulsione
• Nessuna corrente elettrica e/o radiofrequenza all’ interno del paziente
• Scambiatore di Calore in alluminio biocompatibile Brevettato esterno al paziente
• controllo della temperatura (43°C +/- 0,5°C) attraverso un sensore di temperatura
• Sensore di pressione interna del circuito
• catetere più piccolo (16fr) a tre vie in morbido silicone medicale
• Studi in Continua Evoluzione
L’indicazione per l’utilizzo di tale tecnologia è la seguente:
• Neoplasie Vescicali non muscolo invasive (NMIBC) alla Turb e non responder alla terapia BCG (terapia adiuvante);
• Pazienti che non tollerano o hanno controindicazioni alla terapia standard con BCG (terapia adiuvante)
• Alto rischio chirurgico ed anestesiologico per chirurgia maggiore, con NMIBC (highest-risk” in cui sarebbe indicata una cistectomia radicale - terapia neo-adiuvante a scopo “bladder sparing”, ovvero:
• eseguita prima di un’operazione, è utile a ridurre le dimensioni del tumore e facilitarne l’asportazione.
A differenza degli altri, il sistema Combat BRS, riscalda il chemioterapico all’ esterno della vescica del paziente, attraverso lo speciale scambiatore in alluminio biocompatibile brevettato, e instillarlo già alla temperatura preimpostata (43°), attraverso un catetere a tre vie più sottile (16 fr) di morbido silicone per un facile inserimento, facendolo ricircolare continuamente in vescica per un’ora, attraverso una pompa peristaltica integrata, in modo da trattare tutta la superficie interna.
Basandosi su numerose prove scientifiche, i migliori risultati con il sistema Combat Brs nel trattamento adiuvante, sono ottenuti utilizzando una temperatura di 43° C per un’ ora usando una dose di 40 mg di Mitomicina.
Termochemioterapia Con Tecnologia Synergo®
Termochemioterapia Con Tecnologia Synergo®
https://www.synergo-medical.com/synergotechnology-it
Synergo utilizza una speciale combinazione di ipertermia (riscaldamento), ottenuta dalla somministrazione in loco di energia RF (microonde) insieme con l'instillazione simultanea del farmaco chemioterapico raffreddato.
L'obiettivo dell'ipertermia è raggiungere all'interno dei tessuti una temperatura adatta per consentire al farmaco di penetrare meglio, accelerandone la reazione con il DNA.
Il riscaldamento dei tessuti viene adattato a ciascun paziente e mantenuto in modo dinamico durante il trattamento, mentre la temperatura dei tessuti viene rilevata costantemente e seguita con attenzione.
Siccome la parete della vescica si comporta da buon isolante termico, la penetrazione del calore utilizzando liquido riscaldato non è efficiente (riscaldamento per conduzione/convezione). Invece, con il riscaldamento a microonde, l'energia viene assorbita direttamente all'interno dei tessuti, consentendo un riscaldamento efficiente ed omogeneo, la misurazione in tempo reale, il follow up della temperatura dei tessuti, e la regolazione dinamica dell'energia trasmessa per ciascun paziente, anche in trattamenti futuri (ad esempio, nel caso che il flusso sanguigno nei tessuti aumenti per via del riscaldamento).
Se si usasse il chemioterapico precedentemente riscaldato, non sarebbe possibile effettuare alcuna minima regolazione nel corso del trattamento per adattare il livello di riscaldamento al paziente. Per esempio, pazienti diversi presentano una diversa circolazione sanguigna, diversi tessuti, e cambiamenti dinamici nel corso del tempo, come la vasodilatazione
La termochemioterapia con tecnologia Synergo si basa sul riscaldamento locale delle pareti della vescica e l’instillazione simultanea di un chemioterapico topico (Mitomicina C).
L'unità irradiatrice di energia consiste in un generatore di radiofrequenza (RF), che emana energia in radiofrequenza a 915 MHz, e un'antenna, inglobata nel catetere vescicale.
Il trattamento utilizza instillazioni intravescicali di un agente chemioterapico in concomitanza con l'ipertermia delle pareti della vescica indotte dall'emissione di energia RF, monitorate da termocoppie interne.
Una combinazione appositamente studiata di hardware e software in tempo reale regola l'operazione di visualizzazione dei dati elaborati sul monitor.
Il catetere stesso è di tipo intrauretrale Foley, di calibro 20 CH, sterile, al silicone, con luce tripla, collegato esternamente alla macchina. Esso serve per l'instillazione intravescicale. È dotato di termocoppie per il controllo della temperatura della parete della vescica e di un'antenna RF, che irradia le pareti della vescica e consente il riscaldamento fino alla temperatura desiderata.
Il catetere svolge 3 funzioni principali:
riscaldamento uniforme della parete vescicale mediante una piccola antenna che emette radiazioni su frequenza radio (radiazioni microonde);
monitoraggio della temperatura mediante 3 termocoppie sensibili in vari punti della parete della vescica per impedire che la temperatura endocavitaria superi i 42 °C;
circolazione del farmaco, tramite un circuito chiuso di pompe, all’interno della vescica e dalla vescica alla macchina operativa.
Tale sistema chiuso impedisce l’inattivazione del chemioterapico e il danno da calore delle pareti vescicali, secondario al riscaldamento intravescicale.
Tutti i dati sono elaborati e monitorati in maniera continua tramite il sistema operativo della macchina permettendo allo specialista di visionare e modificare in tempo reale il funzionamento della pompa del circuito di raffreddamento e l’intensità delle radiofrequenze per mantenere la temperatura ideale di circa 42 °C.
Il trattamento viene eseguito in regime ambulatoriale e dura circa 60 minuti.
Il Synergo® è stato ipotizzato come trattamento di seconda linea in seguito al fallimento di precedenti instillazioni di chemioterapici o immunoterapici.
Dalle banche dati della specialistica ambulatoriale e delle Schede di dimissione ospedaliera dal 2008 ad oggi è stato stimato che il numero di pazienti candidati ad un tale trattamento potrebbe essere di circa 250 in un anno.
I pazienti con tumori superficiali della vescica a cellule transizionali recidivanti vengono sottoposti a resezione endoscopica seguita da instillazione endovescicale postoperatoria di farmaci chemioterapici o di trattemento immunoterapico con vaccino Bacillus Calmette-Guerin (BCG).
In casi di recidiva o progressione vengono somministrati instillazioni successive di chemioterapici e immunoterapici.
Il trattamento termochemioterapico è indicato in tutti i pazienti con malattia ad alto rischio di recidiva e di progressione non responsivi a chemio ed immunoterapici di comune utilizzo nella pratica clinica anche se in diversi centri ormai viene utilizzata anche come opzione terapeutica di 1° linea (NDR. Un trattamento chemioterapico viene definito di prima linea quando viene somministrato a pazienti non pretrattati, ovvero che non hanno mai ricevuto una chemioterapia. Si parla di trattamento di seconda, terza, quarta …ulteriore linea quando si cambia lo schema di chemioterapia perché la malattia è in progressione ed è necessario usare altri farmaci o la chemioterapia di prima linea non ha ottenuto i risultati desiderati e/o ha provocato delle tossicità non sostenibili dal paziente).
I protocolli di trattamento riconosciuti sono quello profilattico adiuvante (quando praticato dopo la chirurgia, per ridurre la possibilità che la malattia possa ripresentarsi) e quello ablativo (a dosi molto potenti). Entrambi prevedono un ciclo di induzione seguito, in caso di risposta positiva al trattamento, da un ciclo di mantenimento.
Ogni seduta ha una durata variabile da 45 a 60 minuti.
Il trattamento profilattico-adiuvante è indicato per la prevenzione delle recidive dopo asportazione completa della neoplasia e prevede una instillazione settimanale per 6 settimane consecutive seguito da una instillazione mensile per 6 mesi.
La seduta, di 60 minuti totali, si suddivide in 2 fasi da 30 minuti ciascuna.
Ogni fase prevede la terapia con 20 mg di Mitomicina (in totale una seduta prevede 40 mg di Mitomicina) sciolta in 50 ml di acqua distillata.
A metà seduta il farmaco viene rimosso dalla vescica e si procede ad inserire nel sistema la seconda dose. Questa procedura è necessaria per evitare la denaturazione del chemioterapico secondaria al calore.
Il trattamento ablativo è indicato per i pazienti con voluminose neoplasie (> 3-4 cm), che per comorbilità e controindicazioni anestesiologiche non possono essere sottoposti ad una resezione endoscopica prolungata e completa e ai CIS multifocali.
In questo caso la durata del ciclo di induzione è di 8 settimane.
Nel protocollo ablativo cambia anche il dosaggio del farmaco ( Mitomicina 40 mg ogni 30 minuti per un totale di 80 mg di Mitomicina).
La termochemioterapia è controindicata in pazienti con stenosi uretrali (per le dimensioni del catetere dotato di antenna e termocoppie), diverticoli vescicali, piccola vescica e neoplasia uretrale.
Gli effetti collaterali più frequentemente riportati dai principali centri di riferimento si dividono in quelli rilevati durante il trattamento e quelli post-seduta che si accentuano progressivamente al termine del ciclo settimanale o mensile. I primi sono: dolore pelvico, spasmi vescicali e dolore uretrale che generalmente sono ben attenuati da una profilassi con farmaci antidolorifici e/o anticolinergici. I secondi sono: ematuria secondaria generalmente alla caduta d’escara (crosticine) delle lesioni ulcerose da calore secondarie al trattamento (più frequenti su parete posteriore dove generalmente poggia l’antenna che emette radiofrequenze), stranguria (difficoltà o intermittenza nella minzione), disuria (difficoltà dell'orinare), ipersensibilità alla mitomicina, riduzione della capacità funzionale vescicale.
La tecnologia viene utilizzata in ambito ambulatoriale, in regime di day-service, in ambienti dove già vengono eseguiti trattamenti di resezione endoscopica del tumore vescicale, non modificando in misura importante il percorso diagnostico-terapeutico del paziente. Tuttavia, la procedura effettuata con il Synergo risulta avere una durata sensibilmente maggiore (circa 60 minuti) rispetto ad una instillazione standard e l’apparecchiatura richiede ambulatori con spazi aggiuntivi.
Inoltre, questo tipo di trattamento ha ancora un costo elevato. È stato stimato un costo/anno per paziente di circa € 11.000, cifra che include i costi per ammortamento, materiale, farmaci e personale. L’eventuale risparmio legato ad una riduzione del numero di ricoveri per resezioni ripetute e per le cistectomie potrà essere valutato solo qualora l’efficacia clinica venisse dimostrata.
(Fonte: Università degli studi di Pisa Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle nuove tecnologie in Medicina e Chirurgia Scuola di specializzazione in Urologia. Tesi di Specializzazione Esperienza nell’utilizzo della termochemioterapia con tecnologia Synergo® nel trattamento della neoplasia vescicale non muscolo – invasiva. A.A. 2014-2015 RELATORE Chiar.mo Prof. Cesare Selli CO