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L’importanza dell’alimentazione nel paziente con tumore alla vescica

La nutrizione è un aspetto centrale nella gestione del paziente oncologico. I trattamenti per il tumore alla vescica, come la chirurgia, la chemioterapia e l’immunoterapia, possono provocare effetti collaterali che influenzano negativamente lo stato nutrizionale. Un’alimentazione mirata aiuta a contrastare la perdita di peso involontaria, il deterioramento della massa muscolare e il rischio di malnutrizione, che possono compromettere la risposta alle cure e la capacità del paziente di tollerarle.

Un corretto approccio nutrizionale deve essere personalizzato e basato sulle esigenze metaboliche del paziente, tenendo conto di eventuali problematiche gastrointestinali, alterazioni del gusto e riduzione dell’appetito.


Alimentazione nelle diverse fasi del trattamento
1. Prima del trattamento: preparare il corpo alla terapia
Nei giorni e nelle settimane precedenti l’inizio della terapia, è essenziale rafforzare l’organismo attraverso un’alimentazione bilanciata che includa:
• Alimenti ricchi di antiossidanti: verdure a foglia verde, crucifere (broccoli, cavolfiori, cavoli), frutti di bosco, carote e peperoni, ricchi di vitamine e fitonutrienti con proprietà anti-infiammatorie.
• Fonti di proteine di alta qualità: pesce azzurro, carni bianche, uova biologiche e legumi per preservare la massa muscolare.
• Grassi sani: olio extravergine d’oliva, olio di semi di lino, avocado e frutta secca per sostenere il metabolismo cellulare.
• Idratazione adeguata: acqua oligominerale a basso residuo fisso (<70 mg/l) per favorire la funzionalità renale e l’eliminazione delle tossine.
È consigliabile evitare zuccheri raffinati, farine bianche e cibi ultra-processati, che possono favorire l’infiammazione sistemica.

2. Durante la chemioterapia: gestire gli effetti collaterali
Durante il trattamento chemioterapico, il paziente può sperimentare effetti collaterali come nausea, vomito, mucositi, stipsi o diarrea. L’alimentazione deve adattarsi a queste condizioni per mantenere un adeguato apporto calorico e nutrizionale:
• Per contrastare la nausea e il vomito: preferire pasti piccoli e frequenti, consumare tisane a base di zenzero e menta, evitare cibi grassi o troppo speziati.
• Per prevenire la mucosite: optare per alimenti morbidi e ben cotti come vellutate, creme di cereali, puree di verdure e proteine leggere.
• Per regolare l’intestino:
o In caso di diarrea: aumentare il consumo di riso integrale, patate lesse, carote cotte e banane.
o In caso di stipsi: privilegiare fibre solubili, come quelle contenute in frutta cotta, verdure e semi di lino.

L’assunzione di liquidi deve essere monitorata attentamente: bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno per prevenire la disidratazione e migliorare la funzionalità renale.


3. Dopo il trattamento: supportare la ripresa
La fase post-terapeutica richiede un’alimentazione mirata a favorire il recupero dell’organismo e a prevenire recidive. È fondamentale mantenere una dieta equilibrata, ricca di nutrienti essenziali:
• Alimenti anti-infiammatori: curcuma, zenzero, frutta e verdura di stagione, cereali integrali e legumi.
• Proteine nobili: pesce, carni magre e uova per il mantenimento della massa muscolare.
• Grassi sani: olio di oliva, semi oleosi e frutta secca.
• Alimenti ricchi di fibra per il benessere intestinale e la regolazione del microbiota.

Cibi da prediligere e da evitare


Da prediligere:
• Verdure a foglia verde (spinaci, lattuga, cavolo, bietole)
• Cereali integrali (farro, avena, quinoa, orzo)
• Legumi (ceci, lenticchie, fagioli borlotti e azuki)
• Pesce azzurro (salmone, sgombro, sardine) ricco di Omega-3
• Semi oleosi (lino, canapa, sesamo) e frutta secca
• Olio extravergine d’oliva e olio di semi di lino
• Acqua oligominerale con basso residuo fisso


Da evitare:
• Latticini freschi e lavorati (latte, yogurt, formaggi molli e stagionati di breve durata), poiché contengono fattori di crescita e possono stimolare l’infiammazione.
• Bevande zuccherate e succhi industriali, che favoriscono picchi glicemici e un ambiente infiammatorio sfavorevole.
• Cibi ultra-processati e fritti, che contengono grassi trans, conservanti e additivi dannosi per il sistema immunitario.
• Alcol, che compromette la funzionalità epatica e renale, interferendo con l’efficacia delle terapie.

Da limitare:
• Carne rossa (massimo una volta a settimana), per il suo contenuto di ferro eme e composti pro-infiammatori.
• Caffè (se mal tollerato), in quanto può aumentare l’acidità gastrica e aggravare disturbi digestivi.
• Parmigiano stagionato e ricotta possono essere consumati occasionalmente, poiché contengono meno lattosio e meno fattori di crescita rispetto ad altri latticini.


Perché un paziente oncologico non deve essere in sovrappeso?
Il sovrappeso e l’obesità rappresentano fattori di rischio per molte patologie oncologiche, inclusa la vescica. Un eccesso di tessuto adiposo favorisce la produzione di citochine pro-infiammatorie e ormoni che possono stimolare la crescita tumorale e compromettere l’efficacia delle terapie. Mantenere un peso corporeo adeguato è quindi essenziale per migliorare la risposta al trattamento e ridurre il rischio di recidive.


Il ruolo del nutrizionista oncologico
Affidarsi a un nutrizionista specializzato in oncologia è cruciale per ricevere un piano alimentare personalizzato e basato sulle evidenze scientifiche. Il nutrizionista aiuta il paziente a:
• Prevenire la malnutrizione e la perdita di massa muscolare.
• Gestire gli effetti collaterali delle terapie.
• Ridurre l’infiammazione attraverso la scelta degli alimenti più adatti.
• Ottimizzare la risposta ai trattamenti oncologici.
L’alimentazione non deve essere considerata un aspetto secondario, ma un pilastro fondamentale della strategia terapeutica. Un corretto regime nutrizionale può fare la differenza nel percorso di cura, migliorando la qualità della vita e potenziando l’efficacia delle terapie.

Dott.ssa Rosaria Avallone
Biologa Nutrizionista Iscrizione
Albo AA100.258
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3784058133

 


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