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Le nostre Storie

Esperienza cistectomia radicale robotica

di Lucio
Neovescica operato con robotica

Esperienza cistectomia radicale robotica

La mia avventura inizia come in molti altri casi con un episodio di ematuria e un successivo controllo al pronto soccorso di Pavia dove un urologo mi disse che poteva trattarsi di un tumore alla vescica, lo stesso mi invitava anche a fare immediatamente una cistoscopia altrove perché qui era tutto pieno.

Scaricato, con una doccia fredda dopo avermi palesato un tumore, ho abbandonato quel posto che da quel giorno con me ha chiuso.

Immediatamente mi sono adoperato per fare una esame cistoscopico, ottenuto nel giro di una settimana con bollino verde prioritario, l'esame confermava la presenza di neoformazioni e pur non sapendo se si trattava di formazioni benigne o maligne, il mondo ha iniziato a crollarmi addosso.  

A questo punto era necessaria una resezione uroteliale, possibilmente urgente, per analizzare e stadiare la malattia. Anche mio padre 30 anni prima aveva avuto un papilloma benigno alla vescica poi risolto con un ciclo di instillazioni vescicali di non so cosa: “Sarà sicuramente benigno!”, ci ripetevamo in famiglia.

Cercando su internet tra le eccellenze in urologia trovo che l'Ospedale Auxologico di Milano vantava l'innovativa chirurgia robotica,  non disdegnando la tecnologia,  mi precipito privatamente in clinica per una visita dove ottengo un successivo ed immediato  ricovero per effettuare una resezione Turb. 

Il mio primo catetere è stato un vero dramma!... La resezione in anestesia spinale dopo un paio di giorni era acqua passata ma quel condotto col sacchetto da svuotare e cambiare era una cosa insopportabile; ancora non sapevo che era il primo di una serie di fastidiosi cateteri!

 Dopo 15 giorni finalmente arriva il triste verdetto, carcinoma uroteliale non invasivo la tonaca muscolare ma di alto grado "T1 G3". Pensai: “Strana sigla, simile a un telegiornale: TG1 TG2 TG3!”.

Da poco avevo perso mio fratello per un maledetto cancro in giovane età, un dolore che tuttora fa male. In ogni caso non perdo la calma e cerco di andare avanti, anche se il mio umore e lo spirito erano letteralmente a pezzi e nello sconforto più totale.

La prassi per questo stadio prevede una seconda resezione a distanza di 1/2 mesi per scegliere la terapia migliore, quindi trascorso il periodo ho effettuato una seconda resezione, una re-turb che ha confermato lo stadio T1G3.

L'ospedale mi ha messo così davanti ad un bivio:  potevo scegliere se fare instillazioni di bcg (col 60% di successo) oppure fare un "over-treatment", ovvero un trattamento che poteva risultare forse eccessivo, ma risolutivo. Un “sovra trattamento” che però prometteva una percentuale di possibilità di guarigione pari al 90% ovvero: una  cistectomia precoce!

Certo la parola "guarigione", quando si parla di cancro, è una parola molto rara; inoltre dovevo anche considerare che una cistectomia radicale con ricostruzione di neo-vescica ortotopica è uno tra gli interventi più complessi in chirurgia  (il top in urologia) che comunque comprendeva un bel 35% di possibilità di complicanze. A quel punto ho iniziato a capire che quando si parla di tumori si parla sempre di percentuali....

Comunque, in quel momento, davanti a quella proposta che favoriva un intervento, avrei voluto rispondere "Instillazioni tutta la vita !" ma… i “miei cari”, sempre con me, mi hanno convinto a desistere e pensarci sopra. Eravamo a Dicembre, vicini alle vacanze natalizie e la cosa più ragionevole sembrava quella di lasciare passare il periodo delle festività per poi dare una risposta più razionale: Figuriamoci che razza di Natale potevo mai trascorrere!... Così sono uscito dall'ospedale con questo enorme dilemma.

Alla faccia del bivio, la scelta più complicata della mia vita!.... Già, perché ho scoperto che il tumore T1G3 è considerato uno tumore molto controverso e dibattuto in urologia, in quanto molte linee guida dicono che si procede con instillazione di BCG altre invece suggeriscono una cistectomia precoce, poiché in "giovane" età, risulterebbe la scelta migliore (Gold Standard) perché la più sicura.

Questo grosso dilemma mi ha portato a ricercare studi e trattati di urologia su internet, ho scaricato decine e decine di documenti sulla materia, ho scoperto per esempio che sulla casistica in questione, gli USA sono più propensi per una cistectomia precoce mentre in Europa è più frequente il BCG (Bah!...Vai a capire qual è la cosa giusta!).  La ricerca chiaramente mi ha portato a effettuare anche ben 3 consulti medici oltre a vari consigli e pareri di parenti, familiari e amici tra cui il mio primo contatto con Palinuro e il suo disponibilissimo presidente :-), grande Edoardo !... l'ho massacrato di preziose telefonate (ndr. “Grazie, troppo gentile!....Per me è stato solo un piacere esserti utile. Edoardo Fiorini).

Insomma alla fine dovevo scegliere e come sono solito fare, ho messo tutto sulla bilancia, premesso che a mio parere “ognuno ha la sua bilancia” e ognuno di noi ha il suo metro di valutazione.

Così ho scelto valutando i dati clinici, i rischi, le percentuali e le statistiche ma anche e soprattutto seguendo il cuore e quindi gli affetti e le speranze mie e delle persone a me care. Pertanto ho deciso di candidarmi per un intervento di cistectomia precoce, scegliendo il confezionamento di una neovescica ortotopica come diversione che più si addice al mio stile di vita.

Ho fatto l'intervento a Gennaio 2018 con tecnica robotica, in laparoscopia, una tecnica mininvasiva che offre diversi vantaggi. Il post intervento è stato segnato da una settimana interminabile. Scandivo i minuti che passavano stringendo i denti: il malessere partiva dalle dita dei piedi fino a quei pochi capelli rimasti; ero dolorante per la forzata posizione supina, a causa dei drenaggi laterali fino al fastidiosissimo sondino gastrico; inoltre i pensieri e il dolore dei ricordi non mi davano pace: “Travolto da una locomotiva?... No, ero stato travolto da un treno Freccia Rossa ad alta velocità!”.

… ma, come per ogni cosa "il tempo è un ottimo medico!”. Così, giorno dopo giorno, arrivavano anche piccoli progressi e così, un passo alla volta, è arrivata la dimissione…. Anche la dimissione è stata precoce: una sola settimana di degenza!... che tuttavia, nel mio caso, si è rivelata una scelta difficile ma vincente. A casa potevo contare sull'aiuto costante di mia moglie: un’affettuosa infermiera a tempo pieno tutta per me, oltre al confort e la serenità di un ambiente familiare ( casa dolce casa!…). Certo, se fossi stato da solo, la cosa sarebbe stata completamente differente!... Avevo ben 4 sacchetti da curare e 3 ingressi da lavare con fisiologica ovvero, oltre il catetere, avevo anche gli stent da gestire: un impresa che richiede una gestione impegnativa, due tipi di  siringhe, litri di fisiologica, traverse e farmaci vari e, considerando che è tutto “uso e getta”, anche una spesa non indifferente.

Al momento che viene diagnosticato un tumore, il mio suggerimento è di attivarsi subito per ottenere l'invalidità civile, eviterete eccessive spese sanitarie.

Rimossi i due stent, con quegli strani e delicati tubicini, il lavoro si era quasi dimezzato e quando anche il catetere è finalmente scomparso le cose sono iniziate gradualmente ad andare meglio.

Nel primo mese ho avuto parecchi problemi intestinali, e una infezione alle vie urinarie accompagnata da febbre costante oltre alla considerevole perdita di peso ponderale: tutto però si è risolto col tempo, con una bella dose di antibiotici e tanto riposo!... Ero ancora un paziente e, come dice il buon Edoardo, bisogna avere pazienza.

Era necessario però muoversi e camminare quanto prima!... Questo è il mio consiglio per il post intervento. Camminare vi permetterà di riattivare il metabolismo, l'intestino e la circolazione, oltre a mantenere un minimo di tono muscolare.

In riguardo alla mia esperienza chirurgica, ritengo che la tecnologia robotica sia da prendere seriamente in considerazione. La tecnica mininvasiva prevede minori tagli e ciò si traduce in minore possibilità di infezione, minori aperture, minori perdite di sangue e minori medicazioni. Chiaramente anche l’aspetto estetico risulta più gradevole, nel mio caso ho 4 buchi laterali e una cicatrice di 5 cm sopra l'ombelico.

apparecchio de cerce

Il robot "Da Vinci" assicura inoltre maggiore precisione e la possibilità del risparmio dei nervi deputati all'erezione "nerve-sparing",  anche se, francamente,  penso che tornare alla vecchia situazione non sarà una cosa semplice. Comunque potrò verificarlo tra almeno 1 anno. Questa tecnica dovrebbe garantire anche minori complicazioni post intervento e minori tempi di recupero, anche se a mio parere, la ripresa fisica è caratterizzata da molti fattori quali: lo stato di salute, l'età o lo spirito del paziente. In ogni caso Io mi sento di consigliarla, naturalmente a patto che sia condotta da mani esperte, così come è avvenuto nel mio caso con un ottimo chirurgo, altrimenti, come mi disse un bravissimo urologo ormai in pensione:  

Sono trascorsi quasi tre mesi dall'intervento e le cose vanno decisamente meglio sotto tutti gli aspetti anche se la strada è ancora lunga. A giorni conto di riprendere il lavoro e a seguire anche lo sport e la voglia di andare sempre avanti con l’entusiasmo di vivere.

Lucio


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