
Fermati al Rosso Open Day
Grande partecipazione per le attività 2025 della campagna sul tumore della vescica che accende i riflettori su informazione e diagnosi precoce
Grande successo e affluenza di pubblico hanno segnato la prima edizione di “Fermati al Rosso Open Day”, iniziativa promossa da APS Associazione PaLiNUro – Pazienti Liberi dalle Neoplasie UROteliali con il contributo non condizionante di Astellas.
Gli ospedali IFO – Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, Policlinico Universitario Fondazione A. Gemelli e Policlinico Tor Vergata a maggio hanno aperto le porte ai cittadini per aumentare la consapevolezza sul tumore della vescica.
L’iniziativa, realizzata nell’ambito della campagna di sensibilizzazione “Fermati al Rosso – Tumore della vescica: un segnale può salvarti la vita” nata nel 2022 per accrescere la consapevolezza sul tumore della vescica, i cui segni e sintomi sono spesso sottovalutati, ha coinvolto tre tra le più importanti strutture ospedaliere romane dove l’Associazione è attiva con i suoi Uro-H-Angels, i volontari che supportano pazienti e famiglie e dove i cittadini hanno avuto l’opportunità di incontrare direttamente i clinici.
Inoltre, un gazebo informativo con i volontari di PaLiNUro ha presidiato nei weekend Largo Goldoni, distribuendo materiale e diffondendo conoscenza e sensibilizzazione sul tema.
Roma, 27 maggio 2025 - Notevole successo e affluenza di pubblico hanno segnato la prima edizione di “Fermati al Rosso Open Day”, iniziativa conclusa di recente, promossa da APS Associazione PaLiNUro – Pazienti Liberi dalle Neoplasie UROteliali con il contributo non condizionante di Astellas. Prevenzione, campanelli d’allarme, diagnosi precoce, presa in carico multidisciplinare, tecnologie diagnostiche e chirurgiche innovative per combattere il tumore della vescica: questi i principali temi affrontati dagli specialisti di tre grandi ospedali romani, IFO – Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, Policlinico Universitario Fondazione A. Gemelli e Policlinico Tor Vergata, che a maggio hanno aperto, in tre diverse giornate, le porte ai cittadini per aumentare la consapevolezza e l’informazione sul tumore della vescica. Inoltre, un gazebo informativo con i volontari di PaLiNUro ha presidiato nei weekend Largo Goldoni, distribuendo materiale ai cittadini e diffondendo conoscenza e sensibilizzazione sul tema.
Più di 250 presenze durante i tre open day, una decina gli specialisti tra urologi, oncologi, chirurghi, radioterapisti, che all’interno delle strutture sanitarie hanno incontrato i tanti partecipanti rispondendo a domande, dubbi, parlato di prevenzione, diagnosi precoce, evoluzione della malattia e dei trattamenti, offrendo messaggi di speranza per quanti convivono con un tumore della vescica, ma anche spunti di riflessione per fare attenzione a quello che è il segnale d’allarme più importante: il sangue nelle urine.
«La presenza di sangue nelle urine è il primo importantissimo segnale di una possibile neoplasia vescicale, un segno che non deve essere ignorato, ma deve spingere a recarsi subito dal medico di famiglia o dall’urologo – ha dichiarato Edoardo Fiorini, Presidente di PaLiNUro – l’obiettivo della prima edizione di “Fermati al Rosso Open Day” è stato quello di far arrivare questo fondamentale messaggio ai cittadini romani, perché la diagnosi precoce può salvare una vita. Siamo soddisfatti dell’accoglienza riservata all’iniziativa e ringraziamo gli ospedali e tutti gli specialisti che hanno contribuito a diffondere informazione e conoscenza sul tumore della vescica».
La presa in carico multidisciplinare del paziente e una buona relazione medico-paziente sono due elementi fondamentale per il successo delle cure.
«L’alleanza tra medico e paziente, condividere le scelte terapeutiche è un fattore molto importante in tutto il percorso di cura sia nella fase pre chirurgica sia nella fase di gestione delle stomie – ha affermato Bernardo Rocco, Direttore UOC clinica urologica Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma – l’associazione dei pazienti su questo fronte può fare molto ed è una grande risorsa. Nel Centro del Policlinico Gemelli, una delle strutture più significative nel panorama nazionale e internazionale, abbiamo a disposizione dotazioni tecnologiche all’avanguardia con macchinari di ultima generazione, farmaci innovativi di immunoterapia e chemioterapia, un team multidisciplinare con diverse figure professionali per la gestione del tumore della vescica. Inoltre, dedichiamo spazio alla ricerca clinica e di base, nelle quali la nostra struttura ha importanti assi nella manica».
In costante evoluzione lo scenario delle tecniche chirurgiche, considerate ancora terapia di prima linea nel tumore della vescica.
«Il trattamento chirurgico è ancora il primo intervento quando il tumore diventa muscolo-invasivo, cioè invade la parte profonda della vescica – ha commentato Enrico Finazzi Agrò, Responsabile UOSD urologia del Policlinico Tor Vergata di Roma – nel nostro Centro utilizziamo da tempo la robotica, che rende l’operazione meno invasiva, in particolare utilizziamo la metodica ERAS (Enhanced Recovery After Surgery) che consiste in una serie di accorgimenti pre operatori, operatori e post intervento che favoriscono la ripresa del paziente e accelerano il suo recupero. Molto utilizzata, nei casi in cui sia possibile, anche la chirurgia endoscopica, più conservativa e meno impattante».
La prevenzione e la diagnosi precoce sono nodi cruciali nel tumore della vescica. Fermarsi al rosso può salvare la vita.
«Come sappiamo la prevenzione attraverso lo screening per il tumore della vescica non esiste ancora – ha sottolineato Giuseppe Simone, Primario di Urologia presso l’IFO Regina Elena – la prevenzione primaria è mandatoria e, salvo in particolari condizioni di rischio professionale, si fonda sulla astensione dal fumo di sigaretta. È ragionevole eseguire controlli urologici nelle persone a rischio come i fumatori, in presenza di familiarità per neoplasie vescicali e per esposizione a sostanze chimiche, al fine di identificare il più precocemente possibile un tumore della vescica, quello che possiamo definire come ‘screening opportunistico».
Sono 300.000 gli uomini e le donne che in Italia convivono con una neoplasia della vescica; cresce il numero delle nuove diagnosi, oltre 31.000 l’anno (AIOM-AIRTUM, I numeri del cancro in Italia 2024).
Astellas con la campagna “Fermati al Rosso” riconferma il suo impegno nell’ambito di questa seria patologia, che se non scoperta tempestivamente compromette la qualità della vita e può avere prognosi infausta.
«Per Astellas, oltre alla ricerca e sviluppo di nuove terapie, è importante il coinvolgimento e il senso di responsabilità nel supportare campagne di prevenzione e di diagnosi precoce. Insieme possiamo fare la differenza per i pazienti – ha commentato Fulvio Berardo, Amministratore Delegato Astellas Italia – per questi motivi, ormai da quattro anni Astellas sostiene la campagna di sensibilizzazione ‘Fermati al Rosso’ promossa dall’Associazione PaLiNUro, molto importante per diffondere conoscenza e consapevolezza sul tumore della vescica. Il sangue nelle urine può essere il primo segnale indicatore di un tumore della vescica, segnale spesso sottovalutato ma di grandissima rilevanza che può aiutare a fare una diagnosi precoce. Quindi, in caso si veda rosso nelle urine, tutti devono sapere che è fondamentale rivolgersi subito al medico».
Fotogallery
Videogallery
Dal gazebo
Intervista a Edoardo Fiorini
Intervista prof. Simone Albisinni
Intervista prof. Savino Di Stasi
Rassegna stampa
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Tumore della vescica: a Tor Vergata un PDTA dedicato e nuove metodiche per il recupero dei pazienti
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con il contributo incondizionato di

Campagna di informazione e sensibilizzazione promossa dall'associazione PaLiNUro.