Il tumore alla vescica è definito metastatico quando si è esteso al di fuori della vescica coinvolgendo organi vicini, come la prostata o l'utero, i linfonodi del bacino, oppure ancora ha raggiunto i polmoni, il fegato o le ossa. Ciascuna di queste estensioni di malattia comporta una prognosi, intuitivamente, piuttosto severa.
Se il tumore è inizialmente inoperabile, se sono colpiti i linfonodi e/o se sono presenti metastasi, i trattamenti di prima linea sono la chemioterapia o i farmaci sperimentali nell’ambito di studi clinici (es. immunoterapia) che possono rallentare la crescita del tumore e attenuare i sintomi e i dolori causati dalla malattia. Talvolta a questi trattamenti può essere associata la radioterapia con finalità sintomatica, per alleviare i disturbi in presenza di metastasi ossee o per arrestare emorragie vescicali.
Il quadro clinico viene stabilito dall’oncologo, ma è indispensabile il supporto di altre figure, quali il radioterapista, lo psicologo e il terapista del dolore, per poter affrontare tutte le problematiche offrendo strategie combinate che abbiamo non solo lo scopo di trattare la malattia, ma anche di alleviare nel migliore dei modi i sintomi e le complicanze che ne possono conseguire.