Ha partecipato per noi il nostro Volontario di Roma Paolo Conte
SINTETICO RAPPORTO DELL’EVENTO
Prima parte
Pier Raffaele Spena, presidente FAIS incontra Nicola Barni, presidente Confindustria Dispositivi
Medici
Spena
Il payback è un oggetto sconosciuto, solo il 40% degli interessati ne è a conoscenza. Il payback mette a rischio la qualità della vita dei pazienti. Riguarda i dispositivi medici che comprendono tutto quello che è necessario al funzionamento del SSN salvo i medici e gli infermieri. Includono dai guanti, ai bisturi, fino a macchinari complessi. Se a causa del payback la scelta dei dispositivi risultasse ristretta a un minor numero di alternative, i pazienti ne risulterebbero penalizzati. Molto spesso il paziente dopo una fase di sperimentazione individua la varietà di dispositivo più idonea al suo caso che poi adotta su base continuativa.
Essere obbligati a cambiare dopo un possibile lungo periodo di tempo rappresenta un serio inconveniente. Questo rischio è particolarmente significativo nel caso di pazienti stomizzati.
Berni
L’argomento payback è poco conosciuto ed è tecnicamente complesso. In sintesi questo è il suo funzionamento: se in una regione ci si accorge che il budget annuale per i dispositivi medici è stato superato, la regione chiede indietro ai fornitori dei dispositivi il 50% dell’eccedenza di spesa. I fornitori sono comunque obbligati a fornire i dispositivi secondo le clausole degli ordini.
Il mondo industriale è molto preoccupato della situazione che si è venuta a creare. Il payback colpisce tutti i fornitori dalle grandi multinazionali alle piccole realtà. Queste ultime ne risentono chiaramente in misura maggiore.
Un altro importante impatto negativo è sugli importi degli investimenti in ricerca e sviluppo stanziati dalle aziende del settore. In effetti i dati evidenziano che tali importi si sono ridotti di circa il 50% dopo l’introduzione del payback.
Considerato poi che ogni regione attua politiche di acquisto diverse, potrebbe accadere che alcuni fornitori decidano di limitare le vendite unicamente ad alcune regioni meno “rischiose”.
Un ulteriore criticità è costituita dall’obbligo per i fornitori di ottenere la certificazione CE. I tempi di questo adempimento possono arrivare a due anni. Il rischio che la certificazione arrivi quando il prodotto risulti già obsoleto è concreto.
Il payback sui dispositivi è una procedura che è stata recentemente copiata dal payback sui farmaci per i quali è in vigore da molti anni. Il legislatore ha adottato questo provvedimento a causa del momento di crisi in cui versa il SSN con l’intendimento di estendere i benefici del payback dal settore dei farmaci a quello dei dispositivi. Il contesto nei due casi è tuttavia è assolutamente diverso e il suo impatto nel caso dei dispositivi è di gran lunga superiore rispetto al
caso dei farmaci.
Circa 4,500 aziende operano nel settore dei dispositivi di cui il 50% sono produttori.
Il coinvolgimento delle parti sociali e dei fornitori nel processo di revisione del payback sarebbe assolutamente necessario. La soluzione definitiva sarebbe comunque la completa cancellazione del payback applicato ai dispositivi medici.
Seconda parte
Moderatore: Fabrizio Marino, giornalista.
Partecipanti:
Marco Scatizzi - Past Presidente ACOI – Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani.
Rosario Caruso - Presidente AIIAO - Associazione Italiana Infermieri di Area Oncologica.
Vincenzo Falabella - Presidente FISH – Federazione Italiana Superamento dell’Handicap.
Componente del CNEL.
Adriano Leli - Presidente FARE - Federazione delle Associazioni Regionali Economi e Provveditori
della Sanità.
Ylenja Lucaselli - Componente V Commis. parlamentare (Bilancio, Tesoro e Programmazione) (FdI)
Francesca Moccia - Vicesegretario Nazionale Cittadinanzattiva
Marino
Il payback come meccanismo di contenimento della spesa fu introdotto con due atti legislativi nel 2010 e nel 2015, ma solo nel 2020 divenne operativo quando furono emanati i decreti attuativi. Il payback ha causato circa 1.2 miliardi di Euro di rimborsi basati sulla certificazione degli sforamenti di spesa delle regioni.
Scatizzi
La natura del payback genera dubbi sulla sua costituzionalità. Appare come un contributo di solidarietà al quale i fornitori sono obbligati. Questa situazione potrebbe implicare un rischio di carenza di forniture essenziali. In effetti questa eventualità non sussiste contrariamente al rischiodella sicurezza nelle operazioni chirurgiche. Ad esempio esistono più tipi di apparecchiature
suturatrici. Potrebbe accadere che improvvisamente un chirurgo sia obbligato ad abbandonare l’uso del tipo di apparecchiatura al quale è abituato per dover passare a una sconosciuta. La salute del paziente potrebbe essere compromessa.
La Toscana è la regione che ha maggiormente sforato i preventivi di spesa per quasi 400 milioni di Euro.
Falabella, Caruso, Levi
Ciascuna regione ha i suoi modelli d’acquisto, i fornitori devono quindi gestire 21 modelli diversi. L’area del payback è quindi molto elevata. La conseguenza di ciò è la tendenza dei fornitori ad alzare i prezzi.
I fornitori tendono a non investire e a non intrattenere rapporti con le regioni considerate più rischiose. I pazienti sono esposti a situazioni difformi e squilibrate in dipendenza della loro regione
di residenza. La scelta fra i dispositivi viene limitata e la disponibilità dei dispositivi più innovativi viene maggiormente penalizzata.
In tali condizioni il privato convenzionato rischia di diventare una scelta più favorevole. Bisogna infatti ricordare che il privato applica procedure d’acquisto più agili e più rapide: le innovazioni si rendono quindi disponibili sul privato con largo anticipo rispetto al pubblico.
Lucaselli
Illustra le vari fasi legislative che hanno portato all’entrata in vigore del payback nell’ambito dei dispositivi. Precisa di essere molto contraria al payback e di adoperarsi da tempo in tal senso nel suo ruolo di membro della commissione parlamentare preposta. Gli obiettivi sono in un primo tempo di attenuare l’impatto del payback per arrivare successivamente alla sua cancellazione.
Moccia
Il dispositivo medico è un dispositivo sociale che spesso consente ai pazienti il mantenimento della propria vita sociale. Il payback mette in serio rischio questo importante giovamento e crea difficoltà a tutte la parti coinvolte. Il coinvolgimento dei cittadini nel processo di ripensamento del
payback è quindi indispensabile.
Report evento a cura di Paolo Conte
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