ATTENZIONE ALLE SIRENE!... GLI OSPEDALI CHE SI METTONO TROPPO IN MOSTRA A VOLTE SONO “VENDITORI DI FUMO”
Nei primi mesi dell’anno ho avuto il piacere di assistere Antonio, 66 anni, grandissimo sportivo. La sua più grande preoccupazione, con l’avvicinarsi della chirurgia , erano i tempi di recupero. Temeva la perdita del tono muscolare e si sentiva impazzire al pensiero di dovere restare inattivo troppo a lungo.
L’ultima volta che ho avuto occasione di sentirlo è stato il sei giugno scorso. Mi chiamò per sfogarsi sulla lunga attesa a cui l’aveva costretto l’ospedale dove aveva deciso di farsi operare. Quando c’è di mezzo la robotica, si sa, i tempi d’attesa sono più lunghi. Comunque aveva finalmente una data!...
Da allora Antonio, come spesso capita, non si è fatto più sentire. Ero convinto che tutto fosse andato per il meglio e, dovendo mettere insieme “Palinuro Outdoor & Adventure” pensai di contattarlo per avere anche la sua adesione, prefigurandomelo già in pieno recupero, impegnato in maratone e ginnastica per lo sviluppo degli addominali.
Non potete immaginare la mia reazione sentendo al telefono una persona psicologicamente a pezzi. Capita, con una certa frequenza, che un intervento abbia dei problemi post operatori. A volte anche per imperizia, errore di valutazione o decisione sbagliata durante l'intervento da parte del chirurgo. Siamo tutti esseri umani e “sbagliare e umano”, anche se uno sbaglio addosso a noi è un po’ meno tollerabile. In questi casi, nella norma, il paziente si aspetta il massimo impegno da parte del medico per raddrizzare la situazione. Se tra medico e paziente poi esiste un rapporto fiduciario, il paziente da tutto sé stesso per aderire alle terapie di riabilitazione proposte dal medico.
Nel caso di Antonio il medico ha sbagliato ma… il suo atteggiamento verso la persona danneggiata è stato di sfida, di arroganza, di disinteresse, quasi se la colpa dell’imperizia professionale fosse del paziente e non sua: “Ma come, l’organismo di questo tizio mi rema contro?...Mi è ostile?...Non fa quello che voglio?...E no!...Mica mi si puoi rivoltare contro!...”.
In questa vicenda anche il personale infermieristico non ha aiutato. In occasione di una chiamata di soccorso l’infermiere di turno si è presentato dopo venti minuti, facendo presente al malato dolorante che in reparto “non era l’unico ad avere problemi”!...Io non sono mai stato infermiere ma se dovessi sentire un campanello suonare andrei subito a fare una verifica, magari tranquillizzando a parole il paziente e comunque dando le precedenze alle priorità. Non sarebbe la cosa più logica!...In venti minuto uno fa in tempo a morire…e non mi si parli di carenza di personale!...Non è accettabile avere solo un infermiere nel reparto di degenza di un ospedale di “quel tipo”.
Non desidero raccontare tutte le tribolazioni di Antonio, né desidero svelare il nome dell’ospedale in cui è avvenuto il fatto…Nemmeno il nome del chirurgo.
Se lo vorrà lo farà Antonio stesso, uno dei nostri amici silenti, che ci seguono ma che non se la sentono di mettersi direttamente in gioco.
Il nostro Sito è pronto ad ospitare tutte le denunce per incapacità di “certi medici”. Non dobbiamo subire passivamente!...Non siamo “carne da macello” ed abbiamo dalla nostra i “diritti dell’ammalato”!...
Allora, rifiutiamo atteggiamenti altezzosi, maleducati, evasivi….Anche se chi li ostenta è un “primario”.
Anche per quanto riguarda gli infermieri. In fondo ritengo che se nel reparto di un ospedale le cose non funzionano bene, la colpa sta sempre nel manico!...Come in ogni altro tipo di attività economica.
PaLiNuro non è un movimento sindacale ma vuole tuttavia evidenziare i casi in cui persone operate, pur essendo vive, restano rovinate per il resto della vita, spesso per “errore” di un chirurgo blasonato che sbaglia e poi non si adopera per raddrizzare il suo errore!
Il nostro sito vuole essere una vetrina per le migliori pratiche, ma anche una gogna per chi lavora male.
Ci sono troppe realtà ospedaliere gonfiate dalla pubblicità e che nella realtà non rispondano alla promessa che fanno nella loro comunicazione roboante: robotica, innovazione, ecc… Troppo spesso le promesse sono gonfiate e troppo spesso vengono disattese. Troppo spesso in queste strutture sono solo i soldi a motivare i medici e allora forse sarebbe il caso di fare una profonda riflessione, anche tra Servizio Pubblico e Servizio Privato.
In definitiva poi, tornando a PaLiNUro, più passa il tempo e più capisco perché sia per noi così difficile essere attivi in nuovi ospedali: potremmo essere una realtà scomoda, capace di denunciare certe anomalie del sistema. Insomma una presenza non gradita.